Un depuratore d’acqua domestico è un sistema di trattamento composto da più filtri che agiscono sulle sostanze presenti nell’acqua permettendo di eliminare tutto quello che non riesce a passare.
Cos’è un depuratore d’acqua?
Bisogna immaginare i depuratori d’acqua come dei colini con un poro di passaggio variabile a seconda delle esigenze che trattiene tutto quello che non vogliamo bere. L’ordine di grandezza di questi colini è il micron, cioè un millesimo di millimetro. Questi sistemi permettono all’acqua di passare sempre, mentre tutte le varie sostanze indesiderate non vengono fatte passare.
Definire la destinazione di utilizzo del depuratore d’acqua.
E’ importante comunque chiamare i depuratori in base alla loro destinazione di utilizzo, questo perché dal punto di vista impiantistico possono cambiare completamente in dimensioni, portata e manutenzioni periodiche. Quindi, i depuratori d’acqua si suddividono a seconda della loro funzione da cui prendono il nome oltre a classificarsi in base alla dimensione della filtrazione che viene applicata.
Se questi sistemi devono trattare delle acque di scarto o reflue, vengono chiamati depuratori d’acqua. Infatti, con il termine depuratore d’acqua si dovrebbe intendere tutti gli impianti di trattamento per le acque di scarto che devono garantire particolari valori specifici per abbassare il livello di inquinamento di scarto.
Quando questi sistemi devono trattare un’acqua di pozzo e renderla conforme al consumo umano, vengono chiamati potabilizzatori. Questi depuratori d’acqua particolari infatti permettono di ridurre la durezza dell’acqua, il livello di arsenico dal pozzo o di rimuovere il ferro problematico per tutti gli elettrodomestici e i sanitari.
Se invece questi sistemi devono trattare acqua potabile che presenta alcune criticità come PFAS e Cloro oppure Nitrati e Atrazina, (con valori di inquinanti rilevati entro i parametri di legge per la potabilità) vengono chiamati purificatori d’acqua. Questo perché l’azione che loro fanno all’acqua non è quella di renderla potabile ma di migliorarne il suo grado di purezza rendendola più leggera, maggiormente digeribile e magari priva anche di calcare e altre sostanze chimiche indesiderate.
In ultimo, se devono trattare l’acqua per renderla fredda o gasata per offrire un servizio qualitativo dell’acqua a zero emissione di plastica e stoccaggio, allora vengono chiamati frigogasatori. Molti nostri prodotti ad esempio sono contemporaneamente: addolcitori, purificatori e frigogasatori.
Quindi attribuire il nome depuratore a qualsiasi impianto si stia presentando non sarebbe corretto, tuttavia questo spesso permette in comunicazione di essere più diretti verso il consumatore finale da parte dell’azienda produttrice che non potrebbe spiegare direttamente tutte queste differenze.
Cos’è il grado di filtrazione di un depuratore?
I depuratori si suddividono in base al loro poro di passaggio che va a caratterizzare il nome di filtrazione alla quale l’acqua è sottoposta. Analizziamo di seguito le varie tipologie.
Macrofiltrazione nei pre-filtri.
I filtri utilizzati hanno un poro di passaggio molto grande, infatti normalmente questi filtri sono inseriti in impianti di potabilizzazione dell’acqua o di addolcimento e servono da preservare l’impiantistica da sabbia, sassolini, terriccio e sedimenti vari.
L’ordine di grandezza del poro di passaggio è di 5 micron e non comportano nessuna riduzione di flusso dell’acqua, proprio perché sono delle maglie molto larghe che fanno passare tutto tranne i sedimenti già visibili a occhio nudo.
Questi filtri possono essere di vari materiali come il teflon, lo spago o il nylon. Ognuno di loro ha delle peculiarità diverse ma il risultato finale non cambia.
In linea di massima quindi la macrofiltrazione è un sistema di trattamento dell’acqua usato per proteggere impiantistica più costosa da sedimenti e sabbia che potrebbero danneggiarla. Nella terminologia idraulica viene chiamata pre-filtrazione. Proprio perché deve servire da organo sacrificale.
Microfiltrazione nei purificatori.
I filtri utilizzati hanno un poro di passaggio medio e sono sistemi di trattamento dell’acqua che vengono costruiti esclusivamente in carbone attivo di origine vegetale. Questi filtri hanno due tecnologie e due principi di funzionamento in uno.
La microfiltrazione, che garantisce quindi la rimozione di sostanze indesiderate varie dell’ordine di grandezza dello 0,1 micron e il carbone attivo, che ha un elevato potere adsorbente su cloro, cattivi odori e retro-sapori migliorando l’acqua nel gusto e rendendola molto più digeribile. Questi filtri possono essere di vario tipo (clicca se vuoi approfondire) .
Quelli più economici e versatili che hanno un sistema di filtrazione in linea e quelli più performanti che hanno un sistema di filtrazione a baionetta.
La differenza tra le due tecnologie applicate è sostanzialmente nella qualità di durata del filtro. Tendenzialmente, i filtri in linea ai carboni attivi non garantiscono un corretto utilizzo e passaggio dell’acqua in quanto l’acqua si scava una corsia preferenziale al suo interno. Questo nel tempo potrebbe annullare di molto l’efficacia del filtro e soprattutto potrebbe causare proliferazione batterica.
A differenza invece del filtro con tecnologia a baionetta che permette una maggiore e corretta distribuzione dell’acqua al suo interno senza lasciare zone morte e inutilizzate.

Ultrafiltrazione.
Questi filtri sono composti da una membrana ultracava in fibra di ceramica. Vengono utilizzati normalmente su acque dove c’è il rischio di carica batterica (esempio le acque di pozzo o studi dentistici).
Questo perché il poro di passaggio è dello 0,01 micron, misura che garantisce la rimozione di carica batterica su tutta l’acqua da trattare. Infatti il poro di passaggio è più piccolo della testa di qualsiasi virus o batterio non permettendone il passaggio. Ad oggi, l’ultrafiltrazione è riconosciuta come presidio medico ed è l’unica certificata come tale.
Dal punto di vista della depurazione però, non ha grandi differenze rispetto alla microfiltrazione. Infatti rimane sempre una barriera meccanica con un poro di passaggio di medie dimensioni. E’ un filtro poco utilizzato, in quanto restituisce un risultato simile alla microfiltrazione con dei costi più elevati.
Osmosi inversa.
Il sistema di trattamento d’acqua ad osmosi inversa è il più efficiente e performante ed è l’ultimo nella scala della tipologia di filtrazione in quanto nessun tipo di inquinante ha la capacità di passare. Questa tecnologia infatti permette di ottenere un’acqua molto pura, leggera nel tenore salino e completamente regolabile nel gusto e nei valori di residuo fisso.
Il suo poro di passaggio è dello 0,001 micron, quindi un millesimo di micron. Normalmente è composta da dei papiri di carta speciale chiamati TFC (thin film composite) che permettono il passaggio solo all’acqua e ai suoi minerali.
L’osmosi inversa è largamente utilizzata nel settore domestico proprio per la potenza di rimozione degli inquinanti e per l’affidabilità di depurazione. Risulta molto affidabile e viene utilizzato da tutto il settore alimentare (birrifici, pastifici e aziende di produzione di beni alimentari a base di acqua).
Proprio per questo motivo è considerato dagli esperti di depurazione dell’acqua il sistema più adatto a risolvere definitivamente il problema inquinamento acqua.
Il suo funzionamento è uguale a tutti gli altri sistemi di depurazione: una barriera meccanica dove le sostanze indesiderate vengono trattenute e dove passa solamente l’acqua purificata. Ma c’è una differenza sostanziale, che riguarda la portata di acqua disponibile per l’erogazione.
A causa del suo piccolissimo poro di passaggio, l’acqua non è assolutamente in grado di attraversare queste membrane da sola. Infatti, nei sistemi più performanti vengono montate delle pompe di spinta che permettono di portare l’acqua ad altissime pressione permettendo quindi di vincere la “pressione osmotica” di queste barriere.
Ovviamente, a seconda della qualità dell’impianto di depurazione, le pompe utilizzate possono essere in plastica oppure in ottone. Maggiore la potenza, maggiore sarà la produzione al minuto di acqua pura e migliore sarà la durata dell’impianto (leggi per approfondire).
Ma i purificatori d’acqua fanno acqua distillata?
La risposta è assolutamente no. Infatti, tutti questi dispositivi hanno una percentuale di reiezione e una valvola di regolazione salinità.
La percentuale di reiezione è la capacità dell’impianto di far passare una piccola percentuale di sostanze sol totale depurato. Mentre la valvola di regolazione della salinità, è inserita solamente negli impianti domestici e permette alle famiglie di andare a regolare quanto residuo fisso dell’acqua vogliamo far passare.
Questo dettaglio rende la tipologia di depurazione ancora più performante perché permette alle famiglie di scegliere in totale libertà che residuo fisso e che gusto dare all’acqua.
Inoltre, (nei purificatori d’acqua con sistemi ad osmosi inversa), in realtà il vero cuore dell’impianto e unica tecnologia di filtrazione che depura e migliora la qualità dell’acqua, sono le membrane osmotiche.
I migliori purificatori d’acqua infatti sono quelli composti da tante membrane e un solo prefiltro, proprio perché maggiore è il numero di membrane osmotiche e più alta sarà la produzione di acqua e la durata negli anni dell’impianto.
Quali sono i vantaggi di avere un depuratore domestico?
Questi sistemi di trattamento dell’acqua infatti permettono di rendere perfettamente potabile un’acqua che non lo sarebbe completamente e di eliminare definitivamente l’uso delle bottiglie di plastica usando solo la nostra acqua del rubinetto. Di fatto questi sistemi sono:
- Ecologici: perché non producono rifiuti, se non nell’ordine di un paio di filtri all’anno.
- Comodi: perché possono erogare un’acqua leggera oppure fredda e gasata direttamente da casa senza dover ricordarsi di comprare inutili casse d’acqua.
- Convenienti: Infatti grazie alle detrazioni fiscali al 50% e al bonus rubinetti introdotto dalla legge di bilancio appena approvata, questi prodotti risultano essere un vero investimento per la salute ammortizzato in pochissimo tempo.
In un mondo ormai distrutto da inquinamento da plastica, da emissioni di anidride carbonica e dove ogni prodotto è accuratamente confezionato da imballaggi vari, poter contribuire anche in un semplice gesto come bere e cucinare con l’acqua del rubinetto è diventata una missione ecologica a cui tutte le famiglie sono chiamate.
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