L’addolcitore d’acqua o anche conosciuto come decalcificatore è un purificatore d’acqua con sistema a resine selettive che serve ad abbattere o ridurre drasticamente il calcare presente nell’acqua di casa. Con questa guida all’acquisto vi spiegheremo passo per passo come funziona un’addolcitore d’acqua e come dimensionarlo correttamente.
Basi del funzionamento di un addolcitore d’acqua. Cos’è il calcare.
Il calcare è una roccia mineraria a base di calcite che ha un’azione logorante e incrostante su tutte le tubature di casa e sugli elettrodomestici. Per la precisione, nell’acqua, è identificato come carbonato di calcio la cui formula chimica è CaCO3. L’unità di misura del calcare disciolto nell’acqua è la durezza che identifica la quantità di carbonato di calcio disciolto in una soluzione (mg/L) e il cui rapporto ha come unità di misura i gradi francesi °F.
Per questo motivo, l’obbiettivo di un addolcitore d’acqua è quello di abbatterne la sua durezza, cioè il suo tenore di carbonato di calcio portandola ad un valore tale per cui non produca calcare o incrostazioni su tubature ed elettrodomestici.
L’Italia per sua morfologia del territorio ha un’acqua considerata di media molto dura. Di norma, la scala della durezza dell’acqua è così suddivisa:
- morbida o dolce per acque minori di 15°F
- mediamente dura con valori di durezza compresi tra 15°F e 25°F
- molto dura per acque aggressive che superano i 25/30°F
Ad esempio, per dare dei valori indicativi, Verona, Vicenza e Padova sono zone la cui durezza dell’acqua è a cavallo tra i 30/35°F mentre se scendiamo nel modenese troviamo valori addirittura vicini ai 50°F.
Come lavora un addolcitore d’acqua.
L’addolcitore d’acqua lavora per scambio ionico. Vorrebbe dire che non è assolutamente un filtro meccanico che trattiene impurità nell’acqua, ma che invece è composto da delle resine selettive che hanno la funzione di trattenere solo ed esclusivamente il calcare.
Infatti all’interno del corpo dell’addolcitore d’acqua troviamo delle particolari sabbie “collose” che assorbono il carbonato di calcio presente nell’acqua cedendo a loro volta sodio. Questo processo si cambia scambio ionico ed è la base di lavoro di un addolcitore, il quale dovrà sempre avere sale dentro il suo tino di raccolta pena la perdita della sua funzionalità.
Lo scambio ionico quindi non incide sul residuo fisso dell’acqua di casa. Se in entrata abbiamo un’acqua con 350 mg/l di residuo, in uscita avremo lo stesso valore uguale identico perché quello che fa l’addolcitore è semplicemente sostituire lo ione “cattivo” con uno ione “buono”.
Vantaggi di un addolcitore d’acqua.
I vantaggi di un addolcitore d’acqua sono molteplici e tutti strettamente legati all’eliminazione del calcare. Vi basti pensare che un recente studio americano ha dimostrato come 1 mm di incrostazione di calcare dentro le tubature incidi tantissimo sul consumo dell’impianto di riscaldamento per portare le serpentine in temperatura.
Infatti, il primo enorme vantaggio derivante dall’installazione di un addolcitore d’acqua è proprio il miglioramento dell’impianto idraulico e la sua salvaguardia nel tempo. Niente più calcare sui vetri, sui sanitari, nella caldaia o sulle padelle durante la cottura.
Il secondo è sui consumi di detersivi per la lavatrice e la lavastoviglie. Infatti se voi prendere un flacone e leggete attentamente la posologia, noterete come all’aumentare della durezza aumenti anche la quantità di detersivo da aggiungere, mentre se l’acqua di base è un acqua dolce, il quantitativo indicato è minimo.
Il terzo è invece sull’uso di shampoo e detergenti durante la doccia e per lavarsi il viso. Infatti questi avranno un potere pulente e sgrassante più elevato e anche la schiuma sarà più intensa in quanto non viene aggredita dal calcare. Pelle morbida e più lucente e soprattutto capelli sempre perfetti. Infatti, dovete sapere che normalmente tutti i saloni più importanti di parrucchieri e centri estetici hanno degli addolcitori di acqua installati per questi motivi.
Ultimo vantaggio, per alcuni molto importante, è anche l’aspetto economico in quanto la riduzione dei consumi per il riscaldamento, dei detergenti e dei detersivi comporta comunque un risparmio annuo elevato che sul medio periodo sicuramente permette di ammortizzare l’investimento fatto.
Ora che abbiamo capito, a cosa serve e i vantaggi che ne derivano, andiamo a capire come dimensionarlo e i modelli presenti sul mercato.
Come dimensionare un addolcitore d’acqua.
I parametri per la determinazione del modello corretto di un addolcitore d’acqua sono la durezza dell’acqua (°F) e la portata massima (m3). Infatti, le fasi di lavoro di un addolcitore sono quattro e sono l’elemento di base che determina un buon dimensionamento e i prezzi degli addolcitori.
Queste fasi sono addolcimento, contro-lavaggio, rigenerazione e risciacquo. Vorrebbe dire che una volta trattata l’acqua, le resine hanno bisogno di buttare in scarico tutto il calcare assorbito e poi di rigenerarsi per poter ricominciare a trattenere il calcare.
La rigenerazione avviene tramite la salamoia prodotta dal sale dentro il tino e normalmente dura tre ore. Quindi se non si dimensiona correttamente l’impianto e dovesse finire la “carica” di calcare che le resine possono assorbire, noi ci ritroviamo senza acqua addolcita per i nostri utilizzi.
Proprio per questo i modelli vanno differenziati per la loro portata. Si prende quindi il numero di persone residenti, il numero di bagni disponibili e le bollette dell’acqua dell’anno precedente e si calcola il consumo giornaliero di acqua. Da lì si fa una stima oraria tenendo conto delle docce presenti, della lavatrice e della lavastoviglie e si dimensiona l’addolcitore d’acqua per eccesso.
Sapendo i consumi giornalieri e stimando i consumi orari noi avremo una chiara idea di quanti litri di resine dovrà avere il nostro addolcitore in funzione della durezza dell’acqua da trattare. Con i consumi giornalieri determiniamo il modello corretto per non avere mai un contro-lavaggio durante l’arco della giornata.
Il contro-lavaggio dovrà avvenire sempre di notte, ad un’orario per noi comodo che non ci tolga consumi o acqua.
Modelli di addolcitori d’acqua.
I modelli degli addolcitori d’acqua sono due. SI differenziano per la tipologia di centralina che effettua il contro-lavaggio. Essi sono temporizzati o volumetrici. In pratica i modelli temporizzati sono gli impianti di addolcimento acqua più economici dove il contro-lavaggio della resina viene scadenziato da un timer che non tiene conto dei consumi. Indipendentemente dall’acqua consumata, loro ogni tot giorni effettuano un ciclo di rigenerazione resine.
Sono i modelli più diffusi dagli idraulici perché sono meno delicati e perché normalmente sono addolcitori d’acqua che hanno costi facilmente accessibili.
I modelli volumetrici invece sono gli addolcitori d’acqua più efficienti sui consumi in quanto effettuano la rigenerazione solo quando è strettamente necessaria. Ovviamente per questo motivo sono molto delicati nel dimensionamento, in quanto se sbagliato effettuano la rigenerazione nel bel mezzo dell’utilizzo.
A livello estetico e di funzionamento entrambi i modelli sono uguali, quindi resta solo alla scelta di una azienda guidarvi nell’acquisto in base ai consumi e alla durezza dell’acqua di partenza. Una cosa che però consigliamo, è non dimensionare assolutamente un addolcitore d’acqua solo sul prezzo. Perché il finto risparmio che si potrebbe avere all’inizio verrebbe nel tempo surclassato dal consumo di sale e dallo spreco d’acqua delle rigenerazioni.
Leggi e normative sugli addolcitori d’acqua.
In conclusione vi diamo alcune nozioni di base per gli addolcitori d’acqua riguardanti le normative applicate.
Nel settore acqua c’è molta confusione sugli addolcitori. Perché effettivamente esistono due direttive diverse, che regolamentano lo stesso bene. Una direttiva è quella dell’OMS riguardante l’acqua destinata al consumo umano e l’altra è quella dello Stato Italiano.
L’OMS acronimo per Organizzazione Mondale della Sanità, prevede che l’acqua ideale destinata al consumo umano debba avere una durezza compresa tra i 7°-10°F. Secondo i loro studi questi valori di durezza dell’acqua, oltre a non danneggiare gli elettrodomestici, sono indicati per l’acqua da bere. Infatti, il carbonato di calcio disciolto nell’acqua in realtà non è assimilabile dal nostro corpo ma ridurlo a zero vorrebbe dire acidificare notevolmente l’acqua con possibili effetti corrosivi sulle tubature e dannosi per la salute.
Secondo la direttiva Italiana emanata dal Ministero della Salute invece, la durezza consigliata dovrebbe avere dei valori compresi tra i 15°-50°F. Questa scelta infatti è molto discordante con i parametri consigliati dall’OMS e mette quindi in confusione le varie aziende che operano nel settore.
Il consiglio degli esperti è di impostare il valore di durezza dell’acqua rispettando i parametri consigliati dall’OMS per due semplici considerazioni. La direttiva italiana “consiglia” il valore e non lo impone in quanto è un range dettato esclusivamente da un fattore di carattere morfologico del territorio italiano.
La seconda considerazione è che negli anni abbiamo notato come il parametro di durezza dell’acqua imposto dall’OMS è ottimo perché evita la formazione di calcare e perché non acidifica l’acqua. Infatti è assolutamente sconsigliato abbassare completamente il valore del calcare a zero perché rischia di rendere l’acqua corrosiva per le tubature.
Ora che sapete come funziona un addolcitore, non vi resta che contattare gli esperti per un preventivo gratuito e risolvere finalmente il problema del calcare.