I depuratori d’acqua servono davvero? Se anche tu sei alle prime armi su i depuratori d’acqua e vuoi capire se servono davvero ti invitiamo a leggere questo post. Cercheremo di spiegare la materia trattamento acqua in maniera approfondita usando il nostro punto di vista per aiutarti a capire quanto i depuratori d’acqua servono davvero.
La storia dell’acqua. Come valutare se i depuratori d’acqua servono davvero.
Per poter valutare correttamente se i depuratori d’acqua servono davvero bisogna conoscere la storia dell’acqua. Partiamo da un Italia post-guerra mondiale dove in quell’epoca, la maggior parte delle case, delle strade e dei servizi pubblici come acqua, luce e gas erano praticamente assenti. La grande guerra aveva distrutto tutto e il paese aveva bisogno di ripartire.
Siamo in un epoca dove c’era poca conoscenza di molte tematiche, nessun collegamento a internet e dove gli unici materiali e tecnologie allora esistenti erano il ferro, il piombo, l’alluminio, l’amianto.
Non esisteva il welfare aziendale, non esistevano gli studi sui tumori e sulle malattie degenerative di cui oggi abbiamo conoscenza e sopratutto non esisteva inquinamento. C’era solo una necessità, ricostruire il paese.
Fu in quel preciso momento che quindi nacquero le prime infrastrutture tra cui anche gli acquedotti. Venivano posati ad una profondità di circa 1 metro rigorosamente a mano. Non esistevano gru ed escavatori. I materiali allora consigliati dagli ingegneri e adottati per facilità di utilizzo erano quindi il ferro, il piombo per via delle eccessive armi e munizioni ancora presenti (che vennero fuse per fare i nostri acquedotti) e il calcestruzzo dove veniva rivestito di amianto per poter durare più a lungo nel tempo.
Questi materiali oggi, sono considerati tossici e pericolosi per la salute. A distanza di 40/50 anni, la rete idrica è rimasta inalterata. Pochi gli acquedotti che hanno subito lavori di ristrutturazione, per lo più nelle zone residenziali. Ma gli acquedotti primari, che collegano città intere non hanno avuto la possibilità di essere “fermati” per poter eseguire una ristrutturazione.
Non a caso, giornali importanti hanno dichiarato che il 36% dell’acqua trasportata viene persa dalla rete idrica. Non solo, abbiamo il 70% della rete idrica che è un colabrodo.
Arriva il primo rimedio. Il cloro nell’acqua per depurare dai batteri.
Passano gli anni e il governo si rende conto che serve un sistema di controllo per tutelare la qualità dell’acqua. Nascono così le prime leggi e l’introduzione della parola “acqua potabile”.
L’obbiettivo era di evitare la proliferazione batterica dell’acqua causa di molti casi di intossicazione e anche di morte. Decidono quindi di inserire nell’acqua il cloro. Potente disinfettante, l’ipoclorito di sodio risulta essere molto efficace sull’inattivazione di virus e batteri che vengono così debellati.
Intanto si iniziano ad acquisire alcune informazioni sugli elementi disciolti nell’acqua e viene così introdotta una normativa con valori ben precisi a cui fare riferimento. L’obbiettivo primario era quello di mettere un limite a 0 sui batteri, e poi di delimitare la presenza di inquinanti.
Siamo nel 1988 quando viene riconosciuto il termine acqua destinata al consumo umano. Nasce così la differenza tra acqua potabile e acqua minerale e stranamente, per lo stesso bene vengono applicate due leggi con parametri di riferimento completamente diversi.
L’acqua da bere infatti, ha una normativa rigida per l’acqua potabile e una più elastica per l’acqua minerale. Probabilmente scelta adottata per non pestare i piedi alle multinazionali, riflette un controsenso sulla destinazione d’uso dell’acqua: entrambe le acque sono acque da bere.
Ad ogni modo, incomincia l’era del cloro nei rubinetti e di conseguenza i primi studi su di esso.
I Cloro-derivati e perché inizia ad essere importante valutare un depuratore d’acqua.
Il cloro però non porta solo del bene. Elemento tossico anche per l’organismo umano irrita pelle, occhi e mucose. Se ingerito ad alte concentrazioni può provocare anche danni gravi. E’ un potente disinfettante che con poche gocce riesce a distruggere tutta la carica batterica presente nell’acqua.
Quindi cosa pensate che possa fare alla flora batterica intestinale?
Inoltre negli anni è stato scoperto che il cloro se legato con altre sostanze normalmente disciolte nell’acqua del rubinetto crea i famosi cloro-derivati, chiamati trialometani. Questi composti sono fortemente tossici per l’uomo in quanto sono considerati cancerogeni con numerosi studi a riguardo.
Alcune nazioni hanno studiato di introdurre ozono nell’acqua come rimedio sicuro. Ma in realtà anche l’ozono ha delle problematiche legate alla forte ossidabilità dell’acqua. E’ causa di radicali liberi e se non vogliamo trovare un forte aumento di malattie degenerative sarebbe meglio evitare di usarlo.
Quindi già qui nasce la prima esigenza di trattare l’acqua e si inizia a capire che effettivamente i depuratori d’acqua servono davvero.
Siamo di fronte ad una rete idrica molto vecchia, con numerose perdite d’acqua e trattata con un disinfettante che quando si lega alle sostanze disciolte nell’acqua provoca derivati pericolosissimi per la salute.
I nitrati e perché è importante valutare se i depuratori d’acqua servono davvero.
Arrivati ai tempi d’oggi oltre a quanto descritto sopra, si sono sommati i problemi causati da forte industrializzazione.
La forte piantumazione e i trattamenti aggressivi fatti al nostro suolo hanno aumentato la concentrazione di nitrati presenti nelle acque. Fortemente impiegati nell’agricoltura sono di vitale importanza per la crescita delle piante che hanno la capacità di convertirle in energia. Ma non l’uomo.
E nelle falde non sarebbero mai dovuti arrivare.
Il problema di questi nitrati è che durante la cottura dei cibi attraverso l’acqua vengono convertiti in nitriti che una volta ingeriti si trasformano in nitrosammine all’interno del nostro organismo. Le nitrosammine sono state riconosciute come fortemente cancerogene.
I nitrati infatti sono molto pericolosi se presenti in alte concentrazioni. Considerate che all’interno dell’acquario molte tipologie di pesci devono avere un valore di zero nitrati o muoiono.
Quindi qui la normativa inizia a tamponare un argine rotto facendo la cosa più economica, di basso profilo e meno allarmante che poteva fare. Aumentare i limiti di riferimento.
La normativa sull’acqua potabile, e perché è importante capire che i depuratori d’acqua servono davvero.
Con questo titolo vi abbiamo già spiegato tutto.
Purtroppo la normativa in Italia ha subito molte modifiche per quanto riguarda l’acqua destinata al consumo umano. Le leggi, a differenza di quanto si pensi, sono andate in peggiorando. Infatti i limiti di riferimento introdotti negli anni sono stati sempre maggiorati, probabilmente per un motivo:
chi pagherebbe per un’acqua non potabile?
E quindi mentre l’OMS dichiara dei valori molto più bassi di Nitrati, l’Italia si assesta sui 50 mg/l. Per l’Arsenico fa la stessa cosa. Inoltre per l’acqua potabile propone un parametro massimo di 10 ug/l, per l’acqua minerale invece questo parametro viene fissato a 50 ug/l. Lo stesso bene, l’acqua da bere, con leggi differenti. Perché?
In ultima, sappiate che se un parametro dell’acqua non è in linea con la direttiva adottata, si può richiedere una deroga speciale dove si aumenta il parametro di riferimento al valore necessario per fare ritornare quell’acqua nella classifica di potabile.
ESEMPIO. Se un certo inquinante ha come parametro massimo 5 e per assurdo nell’acqua trovano 11, quest’acqua viene erogata lo stesso. Viene fatta una legge speciale dove il comune e la regione si impegnano a risolvere il problema con 3 anni di tempo e intanto viene considerata l’acqua come potabile con valori di riferimento di 15 così il parametro 11 è dentro la potabilità.
Nel caso in cui non dovessero trovare rimedio in 3 anni, comune e regione hanno la possibilità di chiedere una proroga per ben 3 volte. Vuol dire che il cittadino si beve un’acqua potabile per decreto per ben 9 anni. Se passati i 9 anni non dovessero riuscire a risolvere il problema, allora chiuderanno il pozzo e ne faranno uno nuovo.
In questo contesto quindi dove gli acquedotti sono ancora in piombo e amianto, ci sono molti inquinanti in falda come PFAS, Nitrati, Arsenico, Cromo VI, Atrazina e derivati del petrolio e le leggi italiane non sono di aiuto (giustamente per fondi mancanti) pensare di adottare un depuratore e purificatore d’acqua domestico probabilmente è una scelta saggia.
Con questo non vogliamo dire che l’acqua non è potabile, ma siamo convinti nell’affermare che molte sostanze le famiglie italiane preferirebbero non averle se solo fossero informate.
Quanto servono davvero i depuratori d’acqua e come valutare quello giusto.
Un depuratore e purificatore d’acqua, tipo AcquaGEN AG3000S è un impianto che consente di bere un’acqua pura e leggera come l’acqua di montagna. E’ composto da più componenti adattati e studiati per poter abbattere qualsiasi inquinante presente nell’acqua di rete. Questi sono:
- Prefiltro. Normalmente il prefiltro è un filtro inserito a monte dell’impianto, al suo ingresso. Lavora con un poro di passaggio di 0,1 micron, quindi molto grossolano. Lavora per microfiltrazione ed è fatto a base di carbone attivo vegetale. Il carbone attivo ha la proprietà di assorbire odori e sapori sgradevoli, il cloro e i metalli pesanti. Serve sostanzialmente ad eliminare la parte grossolana delle impurità.
- Pompa. La pompa invece serve per dare pressione all’acqua in uscita. Solo negli impianti di qualità viene costruita interamente in ottone mentre nei modelli più economici normalmente è fatta in plastica.
- Membrane. Sono la parte più importante del depuratore e purificatore d’acqua e sono fatte di una speciale carta micrometrica chiama TFC. Queste membrane sono un gruppo filtrante con un poro di passaggio dello 0,0001 micron, cioè talmente piccolo da garantire l’abbattimento degli inquinanti che provano ad attraversarle.
- Centralina. La centralina invece è la parte che regola alcune funzioni nell’impianto, come gli allarmi di allagamento o guasto alla macchina oppure il controlavaggio per mantenere sempre l’acqua in movimento e non stagnante.
Il loro compito è quello di lavorare in qualsiasi condizione e garantire sempre lo stesso risultato: un acqua pura.